Non ci sono vittime più vittime di altre. Per questo il Canton Ticino deve assolutamente riprendere l’organizzazione della sua giornata cantonale della memoria come un momento per ricordare tutte le vittime dei genocidi in generale e non solo l’olocausto. Nei campi non finirono solo israeliti. La Giornata cantonale fu decisa in tal senso nel 2005 dal Consiglio di stato su proposta del deputato PPD Jasar Ravi. Giornata creata prima di quella internazionale voluta dall’ONU per ricordare i drammi vissuti dalle popolazioni ebraiche. Dal 2017 l’accento è però messo soprattutto sulla Shoah e vi è da pensare che così sarà pure nel 2020. Basta ricordare le critiche degli ambienti israeliti ticinesi lo scorso gennaio indirizzate all ATIS per aver osato parlare del genocidio dei pellerossa. È una triste pagina della storia umana quella dei genocidi e massacri che tocca molte tipologie di esseri umani, molte culture, molti paesi e periodi e non si deve permettere che venga strumentalizzata in una sola direzione.
Il problema è che entrambe le giornate hanno il 27 gennaio come data per la ricorrenza. Una soluzione sarebbe quella di istituire a livello cantonale una settimana della memoria. Iniziando il 27 con le vittime della Shoah e poi ricordando le altre vittime nei giorni successivi.

24 settembre 2019 / Fm